27/12/2017
La Battaglia delle arance non potrà ospitare più di trentamila persone
C’è un pizzico di spacconeria e molto fatalismo tra gli Eporediesi doc abituati alle faccende di carnevale. Non a caso, sui social gira la battuta: «Che vengano pure i terroristi, fateli entrare in via Palestro durante la battaglia e poi vedremo…». C’è poco da scherzare, però, se lo spiegamento di forze previste per la prossima edizione, ormai ai nastri di partenza, sarà ai massimi storici.
Ivrea sta per sollevare il sipario sull’edizione del 2018 (già il 6 gennaio, con l’entrata in scena di Pifferi e Tamburi e del Generale) di questa rassegna unica al mondo, capace di unire in uno stesso luogo volti e lingue provenienti da ogni angolo del globo. In città, per l’occasione, l’afflusso di pubblico vale il carnevale di Venezia o Viareggio e nei tre giorni clou, dal sabato sera, quando verrà presentata la Vezzosa Mugnaia, al martedì, quando si concluderà la battaglia delle arance, si stimano, come ogni anno, più di 100 mila presenze. Ovvio, dunque, che l’attenzione sia ai massimi livelli. Lo ha chiesto la Prefettura di Torino che, non a caso, quest’anno guiderà la cabina di regia sul capitolo sicurezza. Non è solo una questione di rischio a livello internazionale per la possibilità di attentati terroristici, perché già lo scorso anno, gli organizzatori avevano allestito un piano in grado di sterilizzare eventuali pericoli. Quest’anno, a chiedere maggiore attenzione, è la circolare Gabrielli dopo i fatti di piazza San Carlo, a Torino, quando una donna morì e centinaia di persone rimasero ferite nella calca post finale di Champion’s League Juventus Real Madrid.
Si partirà, dunque, da un’avvertenza. Il numero massimo di persone che potranno circolare in città durante la rassegna, in particolare la domenica 11 febbraio, prima giornata di battaglia, sarà di 30 mila persone, oltre ai residenti.Tra nuove App da scaricare sul proprio smartphone e contapersone alle porte di ingresso (che verranno incrementate rispetto allo scorso anno) sfuggire ai controlli sarà impossibile. Le novità riguarderanno anche gli arancieri: anche per loro vale il principio della circolare firmata dal capo della polizia, massimo 2 persone per metro quadro. Ci sarà da fare per chi avrà il compito di controllare e monitorare: Ivrea ed il suo centro storico sono un insieme di vie e piazze che diventano teatro della battaglia, il movimento è continuo, arginare il flusso è complicato. «La nostra – spiega il sindaco, Carlo Della Pepa, ormai giunto al suo ultimo carnevale con la fascia tricolore – è una festa di tipo dinamico, il pubblico è in costante movimento ed è difficile ipotizzare un assembramento di persone in uno stesso luogo durante i vari appuntamenti della manifestazione”.
IL SUPER CONSULENTE
Giuseppe Amaro, della GAe Engineering, il super consulente chiamato a palazzo per coordinare il piano sicurezza approvato pochi giorni fa dalla Prefettura, lo ha detto chiaramente: «L’edizione di questo carnevale non sarà stravolta». Ma finirà sotto la lente d’ingrandimento, questo sì. Sarà più digitale, perché i controlli su tutte le aree interessate alla rassegna saranno monitorate attraverso speciali applicazioni. Verrà introdotta una speciale cartellonistica, saranno indicate le vie di fuga in maniera precisa. E per la prima volta rispetto al passato sarà chiara la percezione che un cambiamento vero, in termini di organizzazione, sarà avvenuto. Molto soft al momento, se è vero che gli arancieri, ma la città tutta a dire la verità, prendono con assoluto fatalismo tutti i rischi legati ad un possibile attentato terroristico. “I fatti di Nizza ci fanno capire che può accadere ovunque – dice Alberto Alma, presidente della Fondazione del Carnevale – ma non dobbiamo farci intimorire”. Angelo Sanna, a pochi giorni dal cambio alla guida della Questura di Torino (al suo posto è arrivato Francesco Messina) era stato a Ivrea per un doppio sopralluogo. “Gli attentati? Non crediate che accadono soltanto nelle grandi città o nelle metropoli, anche una realtà come Ivrea può essere a rischio”.
I MILITARI
E allora, se lo scorso anno oltre 200 militari avevano presidiato le porte d’accesso alla manifestazione (nei luoghi a rischio erano state sistemati blocchi di cemento, che verranno piazzati nuovamente e incrementati, per impedire l’accesso a qualunque mezzo), quest’anno ci saranno uomini in più per garantire la massima sicurezza. Ci saranno steward che presidieranno gli accessi alle piazze, fornendo indicazioni e fermando l’afflusso di pubblico in caso di necessità. La sensazione di una città blindata, gioco forza, ci sarà. «Tutto quello che sta accadendo nel mondo – allarga le braccia il sindaco – ci obbliga a vivere con un’attenzione maggiore». Insomma, anche la vita di una città di 25 mila abitanti può essere condizionata. Poi, ovvio, tutto andrà da sé. Basterà l’adrenalina in grado di scatenare gli arancieri impegnati a darsele di santa ragione e chi assiste alla battaglia al grido di «Viva la Mugnaia, Viva la Mugnaia», per anestetizzare la paura? A Ivrea sono convinti di sì.
Giampiero Maggio su La Stampa Torino