Per la prima battaglia delle arance arriva in visita anche il capo della polizia Gabrielli
11 febbraio 2018
Se il piano sicurezza sul carnevale di Ivrea, costato 100 mila euro, quasi un terzo del bilancio della Fondazione organizzatrice e imposto dalla «Circolare Gabrielli» avrà funzionato lo sapremo soltanto questa sera, al termine della prima giornata di battaglia. A monitorare che tutto funzioni a dovere ci saranno Franco Gabrielli, capo della polizia e padre della circolare firmata dopo i disastri di piazza San Carlo, il questore di Torino, Francesco Messina e il prefetto, Renato Saccone. Il quartier generale sarà Palazzo civico, anche se la macchina operativa sarà negli uffici del commissariato, a pochi passi dal Municipio.
ORGOGLIO EPOREDIESE
Diciamo la verità, però: chi vive il carnevale da protagonista nelle piazze, queste regole piovute dall’alto più che auspicate le sopporta. Aleggia lo scetticismo: «Qui ci siamo sempre autoregolamentati e non è mai capitato niente» spiega un vecchio aranciere, uno che ha alle spalle decenni di gloriose battaglie con la casacca degli Scacchi. Per capire cos’è Ivrea in questi giorni bisogna viverla, attraversarla, annusarla. Una città che è la più vecchia anagraficamente della provincia torinese, criticata e bistrattata dai suoi stessi residenti, ma capace di dare il meglio di sé proprio in questa occasione. E tolti pochissimi, per gli altri eporediesi guai a toccare il carnevale, con la Vezzosa Mugnaia Francesca Olivero, il Generale Massimiliano Gamerro, il Podestà, il Sostituto Gran Cancelliere, la battaglia delle arance, le fagiolate, lo Stato Maggiore e quest’atmosfera che mescola epoche storiche così diverse, dal Medioevo, al periodo Napoleonico.
È un po’ come se venissero spazzate via vecchie barriere e retaggi in un colpo solo. Così nelle piazze, tra gli oltre 10 mila con la casacca da aranciere, ti può poi capitare di incrociare lo sguardo del disoccupato che chiede il finanziamento in banca pur di racimolare i quasi 1000 euro necessari per tirare sul carro e dell’amministratore delegato della grande multinazionale.
Fianco a fianco, come fossero amici da sempre. È una profusione di odori, un mix di culture, colori impattanti, musiche, adrenalina, uno spettacolo teatrale a cielo aperto e itinerante. Come nelle arene romane, dove i buoni sfidano i cattivi. Ci sono i volti rigati di succo d’arancia, quasi a simulare il sangue, e gli occhi tumefatti di questi gladiatori chi vivono la battaglia sotto il carro nel nome della libertà. Si cammina e ci si muove su una spessa melma che è un compost dall’odore acre, miscuglio delle arance e delle feci dei cavalli, che diventa un tutt’uno e ti entra nelle narici.
NUOVE REGOLE
Ecco come sarà Ivrea oggi. Alle porte di ingresso, già aperte alle 9, ci sarà la calca per l’acquisto del biglietto, che quest’anno costa 10 euro (vale soltanto per i non residenti, mentre i bambini sotto i 12 anni non pagano), due euro in più rispetto all’anno scorso. La vendita online, fanno sapere gli organizzatori, è partita col botto: raddoppiate rispetto al 2017. Un po’ per il timore del numero chiuso, che non ci sarà perché la storia degli ingressi numerati è una bufala, un po’ per il battage promozionale voluto quest’anno dalla Fondazione del Carnevale. Il piano sicurezza firmato da Giuseppe Amaro, il superconsulente che si è occupato anche del carnevale di Venezia, prevede tre macro aree: il centro storico, cuore della battaglia, dove tirano Scacchi e Arduini (piazza Ottinetti), Morte e Picche (piazza di Città) nel quale non potranno circolare più di 14 mila persone, tolti gli arancieri; il Borghetto, zona Tuchini, dove i turisti potranno entrare 160 per volta e sostare non più di mezzora; tutte le aree circostanti, dal Rondolino, l’area dei Diavoli, Mercenari, Pantere e Credendari, alla parte esterna rispetto alle vie Palestro e Arduino, capace di sopportare l’ondata maggiore di pubblico. Il piano prevede di ammortizzare con efficacia l’afflusso. «Anche perché, non dimentichiamolo – spiega Alberto Alma, presidente della Fondazione – questo carnevale è dinamico, è una manifestazione fluida».
IL CONTAPERSONE
In città, grazie anche alle buone previsioni meteo, sono attese 50 mila presenze; moltissimi stranieri, inglesi e francesi su tutti. Alberghi e aree camper hanno già fatto registrare il sold out, mentre nella sede di Turismo Torino, in piazza Ottinetti, ieri i telefoni erano caldi. Quelli più preoccupati, sarà paradossale, sono i residenti o chi abita nelle immediate vicinanze di Ivrea. La prova del 9 per gli organizzatori, dunque, sarà arginare con ordine questo fiume umano. Da quest’anno spariranno le transenne, sostituite dai tendiflex, i nastri, tanto per intenderci, che si vedono negli aeroporti o nei musei, mentre gli steward e i volontari alle porte di accesso avranno a disposizione, sul proprio smartphone, un’applicazione in grado di calcolare ogni ingresso in tempo reale. Ma avranno il monitoraggio costante e completo di chi entra e chi esce in una determinata area. Unico handicap: il conteggio sarà manuale (lo steward digiterà lui, sull’applicazione, ogni ingresso). I percorsi, tutti segnalati, andranno rispettati: la circolazione, di fatto, sarà a senso unico. Della serie, non si esce da dove si è entrati.
Giampiero Maggio su LaStampa.it